Lettera BNC
Fondazione BNC
Il Presidente
Ecojazz Festival - Art Blakey
Roma, 2 Agosto 2007
Caro Giovanni,
non finirò mai di esprimerti tutta la mia ammirazione per il coraggio e la passione con la quale riesci a riproporre ogni anno una manifestazione che rievoca il sacrificio del Giudice Scopelliti.
Tu sai che da quando presiedo la Fondazione BNC il tema della legalità è stato un impegno costante perchè credo che fino a quando le popolazioni meridionali e i calabresi in particolare non ripudieranno in maniera esplicita il fenomeno mafioso, la criminalità organizzata soffocherà ogni possibilità di sviluppo e di autentico progresso civile. Ciò può avvenire solo attraverso una presa di coscienza individuale e collettiva che parta dalle famiglie all'interno delle quali i giovani assimilano la cultura dell'indifferenza, oppure si trovano a dover sperimentare il fenomeno della contiguità inevitabile in una comunità dove spesso nelle famiglie allargate o nella stessa cerchia di amici con i quali si è costretti a convivere è presente la realtà mafiosa.
Il contrasto è affidato allo Stato, ma la vera partita della libertà individuale e collettiva, del progresso civile, della speranza...si gioca dentro l'ambiente familiare dove si annida l'adesione o l'indifferenza. Non basta non essere mafiosi, bisogna essere culturalmente antimafiosi.
In una realtà come la nostra essere amafiosi significa essere colpevoli. Ma io dico di più: non si può partecipare ad un evento come quello che tu annualmente organizzi senza sentirsi oggettivamente colpevoli. Essere nati in Calabria comporta il peso di una specie di secondo peccato originale. Non lo vogliamo, ma è il nostro luogo di nascita che ce lo imprime. Ecco perchè è necessaria una profonda, sofferta riflessione rispetto alla realtà che ci circonda e che ci rende oggettivamente colpevoli.
Questo è lo stato d'animo che mi pervade ogni qualvolta la Fondazione che presiedo sostiene iniziative che hanno a base la promozione di cultura della legalità in Calabria.
Per i componenti degli Organi della Fondazione si tratta di approvare progetti che rientrano nella missione dell'Ente. Per me, invece, è sempre un momento di esame di coscienza che partendo dal mio peccato originale mi costringe ad evocare in maniera dolorosa la triste realtà della mia terra.
Caro Giovanni tu hai un coraggio, una tenacia, una passione quasi miracolosa, se riesci a riproporre da sedici anni una manifestazione che addita ai giovani calabresi l'esempio di un uomo che sacrificò la sua vita per combattere i mafiosi.
Ti ringrazio per aver consentito a me e alla Fondazione che presiedo l'onore di aiutarti a riproporre tale evento.
Ti abbraccio.
Gaetano Arconti