Progetto: “Un bambino scalzo e la sua tromba: Louis Armstrong”
27 Gen 2009 - Presentato il giorno 23 Gennaio u.s. nella scuola elementare “Diomede Marvasi” di Cittanova, prende avvio l’originale progetto: “La storia di un bambino scalzo e la sua tromba: Louis Armstrong” elaborato sapientemente dall’Associazione Musicale “Art Blakey”.
I circa 200 bambini di quarta e quinta dal 26 Gennaio al 14 Febbraio scandaglieranno lo straordinario mondo fantastico dell’accattivante bambino “nero e senza scarpe” Louis.
Obiettivo del progetto, approvato dall’Assessore Provinciale alla Legalità – Associazionismo e Volontariato Dottor Michele Tripodi, lungi dal volere avere l’etichettatura “formativo” tanto di moda: Contribuire, in modo abbastanza semplice e diretto, a costruire nella personalità dei fanciulli una sorta di “scudo spaziale” che li difenda dai tanti luoghi comuni e stereotipi, che vengono fatti ricircolare irresponsabilmente come nel passato, sulle “diversità” (etniche, religiose, culturali, affettivo-relazionali, ecc.). In un territorio come questo della Piana di Gioia Tauro, scosso in questi ultimi tempi da preoccupanti episodi di violenza e intolleranza verso il “NERO” che stagionalmente rivive paradossalmente il passato dei suoi avi “jagger” negli aranceti di Rosarno, non è cosa di poco conto. La storia del “bbovero negretto” Louis non mancherà di produrre positivi effetti di identificazione, soprattutto nei bambini cosiddetti “extracomunitari” presenti nella scuola, verso la sua figura e la sua azione artistico-sociale che produsse non pochi effetti positivi nella triste storia dell’emancipazione del suo popolo “di colore”.
PROGETTO EDUCATIVO FORMATIVO CONTRO OGNI FORMA DI RAZZISMO
A tutti gli altri bambini fornirà sicuramente strumenti per ridurre, quantomeno, la pericolosa azione riemergente di razzismo bello e buono causa di immani tragedie del passato.
Alla fine sarà prodotto un DVD sul percorso fatto che rimarrà come
documento-ricordo ai bambini e sarà pure compilato da loro un”questionario di gradimento” del lavoro fatto.
Che sia un preludio ad un nuovo “I have a dream” made in Calabria? Sarebbe veramente auspicabile.